Andare a ripescare l’energia nei ‘serbatoti di riserva’: si può. Se il problema delle energie rinnovabili è che non producono24 ore su 24 ma solo in presenza di sole e vento, così come non lo fanno quando in casa c’è maggiore consumo (mattina presto e sera), la soluzione potrebbe essere trovata nei ‘energie storage’ sistemi di accumulo che permettono di immagazzinare l’energia senza usarla, nei momenti di massima produzione per poi riprenderla al bisogno. In Italia, il business dei sistemi di accumulo è ancora piccolo, solo 37 milioni di euro all’anno, e al 99% concentrato sulle utenze domestiche. Al momento ci sono 37.000 impianti nel nostro paese, per un totale di 300 megawatt installati. Il Pniec, il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, prevede al 2030 altri 4 gigawatt di sistemi di accumulo domestici e 3 gigawatt di batterie al servizio di centrali. “Con le fonti fossili di energia, la produzione è centralizzata” spiega Paolo Tagliabue, direttore marketing della divisione Energy Storage di Eaton Italia, branca nostrana della multinazionale Usa dell’energia -. Con le rinnovabili, il trend è la decentralizzazione, le “smart grid” (reti intelligenti)

Il futuro nell’energia immagazzinata
Con energie storage è possibile immagazzinarne quantità importanti per poterla usare nel massimo momento de bisogno In Italia il l’utilizzo di questo strumento è ancora troppo lento