Non gode di buona salute il mare: Si calcola che in media ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscano in mare, e che al momento ce ne siano oltre 150 milioni di tonnellate. Arrivano soprattutto dai grandi fiumi di Asia sudorientale, Africa e America Latina, dove i paesi hanno sistemi di smaltimento dei rifiuti insufficienti. Secondo una ricerca del World Economic Forum, di questo passo nel 2050 negli oceani il peso complessivo della plastica supererà quello degli animali marini. Ma il mare rischia anche per un’altra minaccia ovvero il riscaldamento globale, che provoca il fenomeno della “acidificazione”.L’aumento della CO2 in atmosfera fa aumentare questa anche nelle acque: 1/4 dell’anidride carbonica atmosferica finisce disciolta nelle acque. La CO2 in acqua si trasforma in acido carbonico, aumentando l’acidità. Questo impedisce ai gusci e alle conchiglie di formarsi, mettendo a rischio plancton, molluschi bivalvi, coralli, e tutta la catena alimentare che parte da loro, compresi pesci e crostacei mangiati dall’uomo. Il riscaldamento delle acque poi fa morire i coralli (il fenomeno dello sbiancamento), modifica gli habitat degli animali marini, mettendo alcune specie a rischio, e fa sciogliere i ghiacci dei territori polari, facendo aumentare il livello degli oceani e minacciando le zone costiere abitate dall’uomo.

Sos mare per plastica e cambiamenti climatici
Si calcola che in media ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscano in mare, e che al momento ce ne siano oltre 150 milioni di tonnellate