Per alcuni quello che stiamo vivendo è quasi un nuovo boom economico, un ritorno alla normalità pre-Covid assai più veloce di quanto previsto dai ricercatori più pessimisti durante le fasi più dure dell’emergenza sanitaria. Eppure non è tutto oro ciò che luccica: se da un parte commercio ed imprese hanno iniziato nuovamente a “respirare”, di concerto a crescere non è stata soltanto la domanda di beni di consumo e servizi. No, a crescere (e di molto) sono stati anche la domanda di energia (purtroppo, assai spesso, ancora fossile) e le emissioni inquinanti nell’ambiente. Secondo l’Enea, in Italia, nel secondo trimestre del 2021 la domanda di energia è aumentata del 24% e la produzione di gas serra del 25%. Dati che fanno allontanare – e di molto – il nostro Paese dalla retta via per il raggiungimento degli obiettivi di carbon neutrality fissati dall’Unione Europea. Di questo passo, infatti, alla fine del 2021 avremo “recuperato” il 60% delle emissioni risparmiate nel 2020 a causa dei vari lockdown, con il ritorno al periodo pre-pandemia previsto per la fine del 2022 e l’inizio del 2023. Colpa dei trasporti ma anche del settore civile e di quello industriale. Nello specifico, la domanda di petrolio ha fatto segnare un +30% mentre quella di gas naturale un +21%. In calo sia il carbone (-2%) sia l’energia rinnovabile (-1%). “Ne usciremo migliori” dicevamo ad inizio pandemia per consolarci. Almeno sotto il profilo ambientale, oggi, possiamo dire che non è stato così.

Italia, crescono la domanda di energia ed i consumi nel 2021
In crescita i consumi di petrolio e gas naturale. Calo nelle rinnovabili e nel carbone. Aumenti principalmente nel settore dei trasporti