Col senno di poi verrebbe da dire che la ragione stava dalla parte di Gretha Thumberg, sbeffeggiata da molti quando – sul palco della Pre-Cop26 – lanciò la sua invettiva contro l’immobilismo dei Governi ed oggi rivelatasi quasi profetica coi suoi ‘bla bla bla’. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, infatti, nemmeno quanto soltanto promesso dalle Autorità del Mondo basterebbe ad evitare la catastrofe climatica. Stando ai loro calcoli, se ciò che i Governi hanno annunciato in termini di transizione ecologica e sostenibilità dovesse diventare realtà, l’aumento delle temperature medie al 2100 si fermerebbe comunque a +2,1 gradi. Un decimo in più di quanto sottoscritto nel 2015 dai firmatari degli Accordi di Parigi come obiettivo.
Ancora peggiore il giudizio su cosa è stato fatto sino ad oggi per davvero: allo stato dell’arte, se non ci fossero nuovi investimenti o grossi cambiamenti, l’aumento delle temperature al 2100 potrebbe essere di oltre 2,6 gradi. L’unica soluzione, allora, è correre. Correre e raggiungere l’ambizioso obiettivo ‘zero emission’ entro il 2050, così da poter fermare il riscaldamento del Pianeta a +1,5° rispetto al periodo pre-industriale. Correre, ma nel verso giusto. Sì, perché negli ultimi mesi il consumo di carbone nel Mondo ha subito una impennata, pari o addirittura superiore a quella delle emissioni di Co2 che da questa crescita dei consumi deriveranno.
Senza contare che ciò che sino ad oggi si è fatto rappresenta soltanto un quinto degli sforzi necessari ad evitare la catastrofe, con i Paesi in via di sviluppo ancora troppo indietro in questa corsa contro il tempo.