La realtà è ormai sotto gli occhi di tutti: i cambiamenti climatici esistono e sono ancora più netti e veloci di quanto ci aspettassimo. Lo certificano anche numerosi studi, da ultimo quello presentato alla Cop26 di Glasgow dall’Organizzazione Meterelogica Mondiale. Un lungo report corredato di dati inoppugnabili, testimoni di una deriva iniziata da tempo ed ormai inarrestabile. A partire dalle temperature, con gli ultimi 7 anni che svettano nella classifica dei periodi più caldi mai registrati da quando si ha memoria scientifica delle temperature. Basti pensare che lo scorso 14 agosto, presso la Summit Station, posta sul punto più elevato della calotta glaciale groenlandese, gli strumenti hanno registrato diverse ore di pioggia ininterrotta e temperature al di sopra dello zero. Non era mai accaduto. Così come non si erano mai visti prima tassi di scioglimento dei ghiacciai così elevati: in Nord America – nel periodo 2015-2019 – è praticamente raddoppiata. Sempre in America, ma un po’ più a sud, ad agosto si sono registrate temperature record, con i 54,4° della “Valle della Morte” come picco. Non va meglio in Europa (in Sicilia si sono toccati i 48°) o in Asia, con la Cina che è stata devastata dalle alluvioni.
Tutto questo è realtà, è presente. E’ lo scenario odierno, oggi che la temperatura mondiale – stima Org. Mondiale di Meteorologia – ha superato di 1,09° quella del periodo pre-industriale. Difficile anche solo immaginare cosa potrebbe accadere se non solo non si rimanesse sotto i +1,5° o si sforassero i +2° concordati a Parigi nel 2015.