Cop26, in campo anche i ‘paperoni’

Bezos investirà oltre un miliardo e mezzo per le rinnovabili ed il risanamento dei territori. In campo anche Gates e Rockefeller.

Oltre a lungimiranza e buona volontà, perché la transizione ecologica non rimanga soltanto un “sogno nel cassetto” sono necessari anche dei fondi. Tanti fondi, troppi per Paesi che hanno appena iniziato il loro cammino verso l’industrializzazione o che versano in condizioni di estrema povertà. Per evitare che anche nella battaglia contro i cambiamenti climatici vi siano disparità tra primo e terzo Mondo, dunque, alla Cop26 di Glasgow sono scesi in campo anche alcuni tra gli uomini più ricchi del Pianeta, come Jeff Bezos, Bill Gates o l’intera Famiglia Rockefeller. Personaggi di spicco, imprenditori o banchieri, che non solo contano di esercitare pressioni sui governi grazie alla loro influenza ma che sono disposti a mettere in campo centinaia di milioni di dollari perché a tutti sia garantito un equo accesso alle energie rinnovabili e ad un ambiente salubre. Il patron di Amazon, Jeff Bezos, ha destinato – assieme alla Famiglia Rockefeller e ad Ikea – oltre mezzo miliardo di dollari proprio perché le rinnovabili possano arrivare anche nei Paesi più poveri mentre due miliardi di dollari andranno ad un fondo per la riqualificazione di territori africani degradati dal clima. Anche Bill Gates intende fare la sua parte, investendo – assieme alla Commissione Ue ed alla Banca Europea degli Investimenti – un miliardo di dollari in ricerca e sviluppo di nuove tecnologie sostenibili. Ma neppure gli stati sono rimasti a guardare: l’Italia, ad esempio, verserà nel fondo per l’energia green di Bezos e Rockfeller 10 milioni di euro, una cifra simbolica che servirà a dare credito e affidabilità alle intenzioni di questo fondo. Ad oggi sono già stati raccolti 10 miliardi di dollari ma l’obiettivo è assai più ambizioso: toccare i 100 miliardi di dollari. 

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