Tecnologia, quella attuale basterebbe a ridurre del 60% le emissioni

Transizione ecologica: una sfida a cui non siamo ancora pronti? Per McKinsey assolutamente no.

No, la scusa del “non siamo ancora pronti” non regge più. Secondo un rapporto stilato da McKinsey, infatti, le tecnologie attualmente a disposizione dell’uomo basterebbero ad ottenere un taglio immediato delle emissioni di gas serra pari al 60% di quanto necessario per raggiungere gli obiettivi fissati al 2050.

Certo, gli ostacoli non mancano ma non è detto che gli impedimenti più grandi siano di tipo tecnico. Un buon 25-30% del taglio, ad esempio, potrebbe derivare da tecnologie già sviluppate ma mai adoperate su larga scala e per periodi consistentemente lunghi. Perché? Probabilmente ragioni economiche, di costi.

Sul fronte della mobilità, ad esempio, sarebbero necessari investimenti nell’ordine di un trilione di dollari nel prossimo triennio per elettrificare veicoli pubblici e privati e ridurre le emissioni di Co2 al 2050 di 5 gigatonnellate. Parte del lavoro spetterà però alle case costruttrici, già all’opera per sviluppare batterie meno inquinanti (via il litio in favore del silicio) e con tempi di ricarica più brevi a fronte di autonomie maggiori.

Necessari anche investimenti per 600 miliardi nell’agricoltura, per renderla più sostenibile e ridurre di 10 gigatonnellate le emissioni di Co2 a metà secolo. Non solo produzione, però. Perché gli obiettivi possano essere raggiunti sarà necessario cambiare le nostre abitudini alimentari, riducendo il consumo di carne e prediligendo quella prodotta in laboratorio. Fantascienza? Assolutamente no. Seppur con prezzi non ancora alla portata di tutti, le “carni da laboratorio” sono già in commercio in gran parte del Mondo, acquistabili anche nella grande distribuzione generalista.

Importante sarà poi investire nello sviluppo delle infrastrutture per la produzione di energia elettrica. Infrastrutture che siano in grado di produrre più energia di quella che viene attualmente prodotta (da 3 a 18 gigawatt a settimana) e di farlo con un impatto basso o addirittura nullo sull’ambiente.

Largo dunque alla rinnovabili, certo, ma anche a tecnologie “di nicchia” come l’idrogeno, ancora fortemente limitato da una produzione particolarmente costosa ed inquinante.

Serviranno investimenti, grossi investimenti: l’abbiamo capito. Ma sarà conveniente alimentare questa transizione con fondi di tale portata? Tralasciando il non secondario impatto sull’ambiente, il mercato delle soluzioni eco-friendly è – secondo McKinsey – in grado di attrarre già al 2025 qualcosa come 2 trilioni di dollari d’investimenti complessivi. Segno che anche dal mondo dell’impresa c’è interesse ad una transizione ecologica veloce ed efficiente.

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