Giorni difficili per il ghiacciaio dell’Adamello, il più grande d’Italia: secondo il monitoraggio di Legambiente, infatti, l’estensione della massa di ghiaccio sarebbe passata dai circa 19 chilometri quadrati del 2016 ai 17,7 di oggi. Quasi 1,5 chilometri quadrati di superficie persi in meno di cinque anni, con una media di 14 milioni di metri cubi d’acqua spariti ogni anno. Numeri da capogiro: parliamo di qualcosa come 5.600 piscine olimpioniche dissolte nel giro di appena 12 mesi. Ed il responsabile di questa catastrofe ambientale non dobbiamo andarlo a cercare troppo lontano: è il cambiamento climatico, lo stesso che tra luglio ed agosto scorsi ha portato l’Europa ad essere flagellata da fiamme roventi e tremende alluvioni. Ma la vicenda dell’Adamello non è soltanto una triste parabola per ambientalisti: ogni anno sono decine di migliaia i turisti che si recano in visita al ghiacciaio, soggiornando negli alberghi e consumando pasti nei ristoranti della zona. Se un giorno l’Adamello scomparisse i danni sull’economia locale sarebbero tanto importanti quanto quelli provocati alla flora ed alla fauna del posto. Una doppia catastrofe che da Legambiente sperano possa aiutare a comprendere l’importanza di adottare uno stile di vita ecosostenibile. Dove eco sta sia per ecologia che per economia.

Adamello, il ghiacciaio più grande d’Italia messo alle strette dal cambiamento climatico
A rischio non soltanto la fauna locale: sono migliaia i lavoratori dipendenti dal turismo