Suolo, il 70% di quello europeo a rischio degrado

La degradazione del suolo potrebbe costare 50 miliardi all’anno all’Europa

La degradazione del suolo potrebbe costare all’Unione Europea oltre 50 miliardi di euro all’anno. A rivelarlo è un rapporto diffuso dalla ReSoil Foundation dell’Università di Torino in occasione della Giornata Mondiale del Suolo, organizzata dalla Global Soil Foundation (FAO) ogni 5 dicembre.

A presentare una qualche forma di degrado è infatti il 65-70% del suolo europeo, per un totale di 2,8 milioni di siti contaminati. Non solo: il 25% dei terreni del Vecchio Continente è ad elevato rischio di desertificazione.

Le cause di questo disastro? L’inquinamento in maniera indiretta, conseguenze di esso come il dissesto idrogeologico e la perdita di biodiversità sono invece cause dirette. Quali le conseguenze del degrado? Molteplici, a partire da una minore resa quantitativa e qualitativa delle coltivazioni, arrivando ad uno sbilanciamento del ciclo idrogeologico – con effetti sulle falde acquifere e sulla capacità del suolo di resistere alle precipitazioni intense. Senza contare tutti i materiali, utili alla costruzione di infrastrutture o manufatti, che dal suolo vengono quotidianamente estratti, come la ghiaia o la sabbia e l’argilla.

Nonostante ciò l’Unione Europea ed il resto del Mondo non hanno ancora preso provvedimenti per cercare di arginare il fenomeno, istituendo (ad esempio) normative apposite per la tutela del suolo e vincolando gli utilizzatori al suo rispetto.

D’altro canto, però, il mondo dei consorzi e dell’impresa si è già portato avanti: recente è la nascita di Biorepack, l’ultimo consorzio della famiglia Conai che si occupa di smaltimento delle plastiche biocompostabili.

Proprio il compost – che può essere prodotto a partire dal corretto smaltimento di plastiche specifiche – potrebbe infatti essere utilizzato per “ripopolare” i terreni, ambienti prolifici per microrganismi (ce ne possono essere oltre un miliardo in un solo grammo di suolo). Essenziali sono però il corretto conferimento delle bioplastiche nella frazione umida ed il loro successivo smaltimento in appositi impianti.

Naturalmente ciò non basterà ad evitare il peggio: perché il suolo possa tornare ai fasti di un tempo – spiegano gli esperti – servono politiche agricole lungimiranti e coraggiose, oltre ad una forte presa di posizione nei confronti di tutti quegli agenti che – piò o meno direttamente – agiscono negativamente su di esso.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *