Presentati nei giorni scorsi due interessanti studi circa l’impatto che il cambiamento climatico ha avuto e si prevede avrà sull’economia italiana.
Il primo – prodotto dall’Agenzia Europea per l’Ambiente – ha preso in esame i costi derivanti dagli eventi meteo estremi nel periodo 1981-2020. Con risultati impressionanti ma non certo inaspettati: nei quasi quarant’anni esaminati, le perdite economiche ammontano ad oltre 90 miliardi di euro. Ancora più drammatici i dati sulle perdite umane: nel solo Bel Paese, infatti, le morti riconducibili al cambiamento climatico sono state oltre 21mila in 40 anni.
Cifre che collocano l’Italia al terzo posto nella classifica europea dei Paesi più colpiti, preceduta soltanto dalla Francia (2° posto) e dalla Germania (1° posto). Il totale complessivo delle perdite economiche nei 27 Paesi Membri ammonta a circa 400 miliardi di euro.
Incidono maggiormente sul numero di vittime le ondate di calore, con l’afa dell’estate 2003 che si intesta tra il 50% ed il 75% dei morti.
Guarda al futuro il secondo studio, realizzato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, che ha provato a stimare l’impatto sul PIL italiano dei vari scenari futuri di aumento delle temperature globali.
Nella migliore delle ipotesi – +2° rispetto al periodo pre-industrale al 2050 – il calo del Prodotto Interno Lordo si assesterebbe sul range 0-2%, fermandosi a quota -2,5% nel caso in cui i gradi diventassero 2.7. Fino ad un punto in più, ovvero -3.7%, qualora l’aumento dovesse essere di 4.4°. In quel caso, però, l’economia potrebbe diventare un problema secondario per il Pianeta.